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Recensione della mostra “Spin” presso galleria Mimmo Scognamiglio (Mi)

Lo «spin», tradotto dall’inglese col termine «trottola», è il movimento angolare intrinseco di un corpo che in meccanica classica è associato alla rotazione dello stesso attorno al proprio centro di massa. Ed è proprio la rotazione costante di un oggetto d’uso comune come il dvd masterizzato, usato, perduto o gettato tra i materiali di scarto della quotidianità moderna, il punto focale della ricerca di Canogar. Per Arskey.

 

Spin, il moto della tecnologia secondo Daniel Canogar

Di Laura Luppi

 

 

Gli spazi della galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea di Milano ospitano per la seconda volta la personale dell’artista madrileno Daniel Canogar dal titolo Spin.

Lo «spin», tradotto dall’inglese col termine «trottola», è il movimento angolare intrinseco di un corpo che in meccanica classica è associato alla rotazione dello stesso attorno al proprio centro di massa. Ed è proprio la rotazione costante di un oggetto d’uso comune come il dvd masterizzato, usato, perduto o gettato tra i materiali di scarto della quotidianità moderna, il punto focale della ricerca di Canogar. Ponendo l’attenzione sull’oggetto fisico, l’artista ne svela il contenuto proiettandolo sulla superficie del disco che lo custodisce. Filmati di ogni genere, dalle grandi pellicole della cinematografia mondiale ai video amatoriali di vite private, non vengono fissati sul supporto materiale per essere congelati nella staticità di un’immagine atemporale, ma scorrono incessanti nel fluire del tempo dell’osservatore che vi posa lo sguardo. La facoltà riflettente del cd consente inoltre la fruizione dei fotogrammi anche sulla parete contrapposta all’installazione, la quale funge da specchio vibrante del contenuto e del contenitore entrambi in moto perentorio. Un gioco di luci e rifrazioni sembra disturbare la naturale percezione visiva, distorta altresì dalla sensazione dell’implodere della velocità degli elementi in campo, simboli di una società in frenetica via di sviluppo e paradossale involuzione culturale. La riproduzione acustica di tracce sonore in crescere e diminuire ne completa l’impressione. Sono quattro le Single Spin proposte in mostra, ognuna di tema inerente al titolo esplicativo prescelto tra cui Horses, Landscape e Fight.

Cosmos Kisses, Cosmos Car Chases e Cosmos Guns appaiono invece come sistemi solari le cui forze gravitazionali trovano l’equilibrio perfetto nel condiviso argomento rappresentato. Se la parola greca «kósmos» (per la prima volta utilizzata da Pitagora in ambito astronomico) indica ordine e armonia tra gli elementi in atto, i Cosmos di Canogar creano il paradosso di un ricercato caos compulsivo, forse un caos primordiale. Resta comunque predominante tra tutte la scultura video Spin, costituita da 100 dvd come fossero pianteti in orbita di un universo-discarica della tecnologia multimediale. Di energia dinamica e ipnotica, infine, è dotata l’opera Dial M for Murder, concepita a partire dalla pellicola di una cassetta VHS dell’omonimo capolavoro di Hitchcock, il cui nastro teso e intrecciato viene colpito da raggi luminosi generanti effetti laser dall’impatto fluorescente e psichedelico.