“Il Bel Paese dell’Arte. Etiche ed Estetiche della Nazione”
Recensione della mostra al GAMeC di Bergamo, per Arskey.
Il Bel Paese dell’Arte alla GAMeC di Bergamo
di Laura Luppi
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia la GAMeC di Bergamo festeggia con la mostra “IL BEL PAESE DELL’ARTE. Etiche ed Estetiche della Nazione”, curata da Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini, e aperta fino al 19 febbraio 2012. L’obiettivo è quello di proporre un’immagine generale dell’Italia dal lontano Ottocento fino ai giorni nostri attraverso i tanti pregi e difetti con cui si è fatta amare, criticare, a volte deridere e altre osannare.
200 sono le opere proposte negli spazi espositivi della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, tra lavori di artisti connazionali e internazionali, ma non solo. Oltrepassare la soglia di ogni sala consente infatti di intraprendere un percorso informativo e memorabile anche tra i cimeli delle grandi vittorie sportive, tra i costumi e le usanze della tradizione religiosa, tra gli avvenimenti e gli episodi che hanno reso famoso il Bel Paese in tutto il mondo.
Ciò che potrebbe apparire come un grande assemblaggio di arte e oggettistica di varia natura si rivela invece una raccolta documentaristica ben organizzata e suddivisa in otto sezioni a tema, le quali dedicano ognuna la giusta dimensione per mostrarsi all’occhio del visitatore nella sua immediatezza e loquacità. Come il titolo della mostra suggerisce, tra etiche ed estetiche il primo passo di questo viaggio viene compiuto nella sala dedicata al capitolo “Fratelli d’Italia”, allestita con opere realizzate da celebri coppie di fratelli d’arte. Dalla pittura metafisica di Giorgio de Chirico a Alberto Savinio alla tendenza astratta e cinetica di Gianni e Joe Colombo, dall’esuberanza degli architetti Alessandro e Francesco Mendini alle videoproduzioni di Gianluca e Massimiliano De Serio, ogni artista testimonia una personale visione della comune patria. La sezione non dimentica i successi raggiunti nel campo della ricerca medica, omaggiando il premio Nobel Rita Levi Montalcini, associata alla pittrice nonché sorella gemella Paola. In “Mappamondo Italia” sono le cartine geografiche colorate e avanguardistiche a dominare la scena con opere su tela e sculture di Boetti, Parmiggiani, Guareschi, Cattelan, Fontaine, Luciano Fabro, Claudia Losi e Salvo. “Cartoline d’Italia” e “Politica Italia” uniscono mitologia e bellezza nella loro più alta manifestazione con De Nittis, Judice e Bartolini, ad un pizzico di sarcasmo e ironia con gli inni di Isgrò (“Viva il Papa” e “Viva il Re”) e le caricature dei parlamentari d’Ottocento disegnate su carta intestata dalla tagliente mano di Sebastiano Tecchio (Presidente della Camera dei Deputati, poi Presidente del Senato del Regno d’Italia e Ministro di Grazia e Giustizia e Culti). A indicare gli evidenti paradossi di uno Stato dalle grandi contraddizioni ci pensa il montaggio video di una serie di scatti fotografici che testimoniano le tante imprese edili lasciate incompiute sul territorio nazionale, le quali suscitano non poche domande sulla sorte dell’investimento di denaro per le grandi opere pubbliche. Ma dell’Italia populista e popolare era doveroso non parlare solo male. Non poteva infatti mancare uno sguardo diretto alle glorie sportive ottenute dai grandi campioni e atleti italiani, quelli che hanno saputo distinguersi e farsi ricordare nel tempo alzando la bandiera tricolore sul gradino più alto del podio agonistico. Strettamente legato a questa materia, il fenomeno del tifo ha sicuramente un ruolo rilevante al fine di comprendere le passioni che alimentano lo stile di vita italiano anche e soprattutto nei momenti di svago. “Bar Sport Italia” offre un’ampia carrellata di oggetti di culto per chi lo sport lo ha più tifato che praticato, come le figurine dei giocatori di calcio, la maglia azzurra del capitano della Nazionale Giacinto Facchetti, la maglia rosa di Felice Gimondi e la coppa Europa di sci, per citare solo alcuni esempi. In queste, come in altre circostanze, nella realtà come nell’immaginario, il cittadino italiano riscopre quel senso di appartenenza a una stessa nazione, quel patriottismo spesso dimenticato e per questo fortemente criticato. Le opere di Roccasalva, Gang Song Ryong, Mastrovito, ancora Cattelan e Rehberger fanno da contraltare estetico-artistico a quell’etica-cultura dello spirito competitivo e associativo degli atleti e dei loro sostenitori. Non poteva certo mancare la sezione dedicata al sacro e al profano, spesso miscelato tra ex-voto e ritualità di credenze popolari ricche di spiritualità e superstizione. “Per grazia ricevuta Italia” propone alcune rivisitazioni della figura femminile cardine del cattolicesimo, la Madonna, di cui particolarmente degne di nota sono le “Virgin Mary from the series blueprints” (1999) di Kiki Smith e la “White Madonna with Twins” (2006) di Vanessa Beecroft. Il “Guerriero” di Mimmo Paladino (2011) accoglie invece lo spettatore nell’area “A futura memoria d’Italia” in cui sono affissi 200 ritratti di altrettanti garibaldini provenienti dalla città e dalla provincia di Bergamo, unitisi a comporre il numeroso gruppo della Spedizione dei Mille. La fotografia in bianco e nero di Letizia Battaglia che ritrae il volto della vedova ventiduenne dell’agente di scorta Vito Schifani riporta la mente e le coscienze al tragico evento della strage di Capaci, in cui fu vittima anche il bersaglio principale Giovanni Falcone. Questo uno degli eventi cardine della recente storia del nostro Paese. “Fatto in Italia / All’italiana” ristabilisce un clima più spiritoso e autoironico con la presenza di opere come “Donatella” (2010) di Giovanni Rizzoli e il “David” (2009) di Feldmann, perché infondo l’allegria e l’ilarità certo non mancano tra le doti più peculiari del temperamento mediterraneo.
A completare il progetto una piccola ma confortevole sala propone una videoproiezione dalle interessanti note stonate, le quali suonano leggere tra spot pubblicitari e spezzoni di film popolari, tra programmi e notiziari televisivi a comprovare con immagini e suoni quello che è stato e che è ancora oggi il Bel Paese, tra etiche ed estetiche.