Blu non ci sta e copre tutto
La protesta di Blu a Bologna contro la speculazione sulla street art. Il mio articolo su HESTETIKA MAGAZINE
“Blu copre tutto e non se ne parla più… forse.”
di Laura Luppi
In queste ore Blu è impegnanto a coprire personalmente i suoi lavori di street art in giro per la città di Bologna, sui muri delle case, degli edifici dismessi, delle fabbriche. Ad aiutarlo alcuni volontari dei centri sociali XM24 e Crash che ne codividono la scelta. Quella di Blu è infatti una vera e propria protesta contro chi, più o meno leggittimamente, pretende di poter letteralmente staccare le opere dalla loro sede originale, la strada appunto, per farne una mostra all’interno di un museo. Indipendentemente dalle reali intenzioni di chi ha ideato tale progetto, e in particolare la mostra “Street Art. Bansky & Co. – L’arte allo stato urbano” prevista a Palazzo Pepoli per il 18 di questo mese e di cui suo malgrado lo stesso Blu pare farne involontariamente parte, la street art nasce per essere fruita all’aperto, liberamente, senza biglietti di ingresso nè formali presentazioni. Un argomento questo che ha fatto sempre discutere molto le due fazioni, contrari e favorevoli alla ribelle pratica artistica ormai ben collaudata da anni. Tra denunce e dissensi, c’è chi è riuscito a farne persino una fonte di speculazione, come nel recente caso dei disegni di Bansky, alcuni finiti all’asta e l’ultimo, quello dedicato ai migranti di Calais (denuncia nei confronti della Francia per il trattamento a loro riservato dalla polizia nella città portuale della Manica) coperto, o censurato, dal proprietario del muro dell’edificio londinese situato di fronte all’ambasciata di Parigi, per poter essere “salvaguardato dalle intemperie del tempo”. Un vero e proprio paradosso che odora di astuzia, ma solo il tempo ne svelerà il reale intento.
Resta il fatto che Blu non ci sta e dichiara a voce alta il suo no da street artist compiendo un gesto simbolicamente molto forte per l’intera città, ma soprattutto per quel mondo fatto di numeri e accumulazione privata, agli antipodi per chi le mani se le sporca di giorno e di notte, per le vie dei quartieri centrali o periferici, su un’impalcatura a fare arte purchè alla fine sia per tutti. Portavoce della protesta il collettivo Wu Ming.
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