Andy Warhol

Andy Warhol, le mostre in Italia

Da Milano a Pisa, due mostre a confronto sull’artista più popolare di sempre, Andy Warhol. I dettagli su Cultart.

 

Andy Warhol da Milano a Pisa

di Laura Luppi

Pressoché contemporanee le due mostre dedicate al grande artista Andy Warhol approdano una a Palazzo Reale di Milano e una a Palazzo Blu di Pisa. La prima, quella milanese, raccoglie circa 150 opere tutte appartenenti alla collezione privata dell’amico dell’artista, Peter Brant, curatore stesso della retrospettiva insieme a Francesco Bonami. Dai primi disegni di Warhol, alle prese col mondo dell’illustrazione, fino agli autoritratti il centro focale resta comunque il ritratto blu dell’indimenticabile Marilyn Monroe, “Blue Shot Marilyn” del 1964, quello che porta ancora il segno evidente del restauro dovuto a un colpo di pistola arrivato dritto in fronte al soggetto dell’opera. Molti non sanno infatti che la star americana del cinema è stata il soggetto di ben quattro opere di Andy Warhol tutte di colore diverso ma vittime di uno stesso destino: un colpo di pistola sparato dall’attrice Dorothy Podber. Per colpa di un fraintedimento linguistico alla domande dell’attrice “Could I shoot them?”, l’autore dei dipinti acconsentì pensando che per “shoot” Dorothy intendesse “fotografare”. Ebbe torto, la giovane donna voleva proprio “sparare”, così tirò fuori una revolver e senza pensarci su due volte colpì i bersagli. Da qui i titoli delle opere. In mostra sono presenti altri celebri ritratti come quello di Mao, di Elvis e di Liz Taylor, fino al 9 marzo 2014.

Palazzo Blu di Pisa espone invece 230 opere appartenenti a diverse collezioni private e provenienti dall’Andy Warhol Museum di Pittsburgh con l’obiettivo di proporre tutte le fasi della carriera artistica di Warhol. Anche qui troviamo celebri autoritratti prodotti in diversi periodi della sua vita, in versione intellettuale nei primi e più bizzarra con la parrucca argentata negli ultimi. La Pop art viene raccontata attraverso quei lavori diventati vera e propria icona di un’epoca: dalla serie delle lattine di Campbell’s Soup alle scatole del detersivo Brillo fino al grande quadro del dollaro. Spesso si associa l’arte di Wahrol alla moda dei tempi, a una sorta di ricerca artistica che trova spunto dal lato più superficiale della vita e della modernità, e ci si sbaglia. Wahrol infatti ha rivoluzionato il linguaggio accademico predominante non solo proponendo oggetti e soggetti del quotidiano, ma anche temi scottanti per la società americana di ieri e di oggi come quello della violenza. Pistole e coltelli sono i simboli del dilagare di ossessioni fanatiche e istinti omicidi di cui lo stesso Wahrol è stato vittima con un attentato che gli è costato una lacerazione all’addome per mano di una squilibrata che popolava la sua “Factory”. I suoi lavori attinenti sono ancora oggi di grande attualità, se si pensa anche solo che per la copertina del noto libro di Saviano “Gomorra” è stata scelta proprio una sua immagine raffigurante dei coltelli. Infine grandi ritratti, fotografie e filmati completano la mostra che punta anche all’Italia coi lavori sul Vesuvio e il terremoto del 1981. “Andy Warhol. Una storia amaricana” curata da Walter Guadagnini e Claudia Zevi resterà aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2014.

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