Andrej Mussa, e il nostro strano incontro
La prima volta ci incontrammo quasi un anno fa ad una mostra presso una nota galleria milanese. Era primavera. A presentarci fu Alessandro Trabucco, critico e curatore amico di entrambi. Dopo le prime formalità entrammo subito in sintonia, tanto da dirigerci insieme verso un’altra inaugurazione dalla parte opposta della città, con la mia auto. Alla fine della serata lui prese la metropolitana, ma non senza spiegarmi prima con precisione la strada per raggiungere la mia macchina, parcheggiata per me chissà dove. Forse in quel momento gli fu chiaro quanto potessi essere bizzarra.
Dopo quell’occasione provammo a rifissare altri mille incontri senza concluderne mai uno, riuscendo persino a schivarci a una rassegna video che lo vedeva coinvolto tra gli artisti. La collettiva si intitolava LIAISONS, e ancora una volta di mezzo c’era l’amico comune Alessandro, curatore della mostra insieme a Cristina Gilda Artese. Andrej era presente alla presentazione della mattina, io a quella del pomeriggio.
Passarono così altri mesi scambiandoci di tanto in tanto qualche messaggio fino a quando, festività natalizie e influenze varie lasciate alle spalle, decidemmo di condividere la visione di un film per me, come per molti, speciale: Il Piccolo Principe.
Appuntamento pomeridiano in Duomo in un gelido giovedì invernale. Prima tappa: libreria; seconda tappa: cioccolata calda con panna montata in un bar; terza tappa: ovviamente il cinema. Ma facciamo un passo indietro e fermiamoci al caffè preso non appena ci siamo salutati fuori dalla metro.
“Ma spiegami un po’, tu Laura esattamente cosa fai?”
“Io scrivo per delle riviste d’arte, sono giornalista, o come si suol dire critico d’arte, ma sono anche un’insegnante di danza. Quando lo dico rimangono tutti un po’ perplessi, come fosse scontato svolgere un unico lavoro!”, ma lui no.
“Come ti capisco”, mi risponde, “anche a me capita spesso!”
Andrej Mussa infatti è un video artista, ma anche un ricercatore gastronomico, Visual FOOD Writer e redattore presso il magazine online LOBODILATTICE . Collabora con FOOD art_I RICETTARI D’ARTE presso la rivistaBlog Fashion Food UPLOADYOURTALENT.com ed è autore del PACKAGING_magazine la Supa ‘d Lait, non un contenitore di ricette ma di idee e ricordi legati al cibo e alla food art.
E qui si tocca per me un tasto dolente. Ammetto da subito di non saper cucinare, ma di essere molto brava a girare la frittata. La cosa, non so come, pare interessargli e così passiamo un’oretta a raccontarci attraverso il cibo, l’arte e la letteratura. A proposito, dobbiamo fare in fretta o comincerà il film senza di noi!
Di corsa all’Odeon assistiamo soddisfatti alla versione cinematografica del Piccolo Principe, della sua rosa, e di molto altro ancora.
La fame però si fa sentire e allora risulta più che doveroso soddisfare anche l’appetito. Mi lascio guidare dalle sue conoscenze in materia e approdiamo in un ristorante noto, a quanto dice, per la bontà delle sue pizze con mozzarella di bufala. Io però, che sono pure un po’ intollerante al latte, preferisco ordinarne una senza ma con le verdure grigliate, nonostante l’evidente biasimo del cameriere. Buonissima; il tiramisù un po’ meno, ma a spiegarvi esattamente il perchè ci vorrebbe Andrej.
La serata finisce così con qualche altra chiacchiera e il ritorno a casa per entrambi, ma con la promessa di rivederci la settimana seguente per un tour di inaugurazioni milanesi.
Giunti al giovedì successivo, entrambi in ritardo, scegliamo di rinunciare a tutti gli altri vernissage e di trovarci direttamente alla rassegna video di giovani artisti iraniani. Nel prendere questa decisione mi è spiaciuto soltanto non aver incontrato anche Alessandro, che ho saputo poi essere stato in compagnia di Andrej fino a pochi minuti prima.
Arrivo finalmente a destinazione un po’ trafelata e decisamente affamata. Indovinate? Si cena di nuovo, ma questa volta in un’osteria tradizionale, sempre su consiglio del mio fidato ricercatore gastronomico.
Con estrema delicatezza Andrej rinuncia a ordinare un fegato di non so cosa per non urtare la mia sensibilità – perchè oltre a non saper cucinare e ad avere qualche intolleranza, sono anche vegetariana.
“Tranquillo Andrej, se non c’è sangue non mi dà fastidio”.
“Nel fegato ce n’è molto” mi confessa lui, “ma non ti preoccupare, prendo altro, tanto io mangio tutto”.
Mi sembra giusto! Così, dopo la prima portata e tante altre chiacchiere (soprattutto mie), ritorna il momento del dessert. Per quanto mi riguarda: posto che vado, tiramisù che provo. E sbaglio ancora una volta. Andrej ordina una buonissima millefoglie, e a me toccano due savoiardi imbevuti nel mascarpone. Per sicurezza lo faccio assaggiare anche a lui. Questo il verdetto:
“Manca il caffè e poi, errore degli errori, ci hanno messo la panna montata!”
Ecco, di nuovo la panna montata; e si ritorna al discorso della pecora e di quel Piccolo Principe in cerca di qualcuno che gliene facesse un degno disegno. Segui il link
di Laura Luppi