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The Slide di Carsten Höller

Articolo dedicato a The Slide, l’ultima opera di Carsten Höller, la grande installazione che interagisce a Londra con l’ArcelorMittal Orbit del collega Anish Kapoor, e che invita il pubblico non solo a fruirla, ma ad esserne parte attiva.

Speciale Contaminazioni parte 3 – Esagerare ed esasperare

Pubblicato su HESTETIKA MAGAZINE n.23 (ottobre 2016), pagg. 76-80.

HESTETIKA N.23

 

“ArcelorMittal Orbit – The Slide. L’arte, un gioco da ragazzi.”

Di Laura Luppi

Non smette di stupire Carsten Höller, e soprattutto di coinvolgere divertendo, con opere d’arte pensate non solo per essere fruite ma soprattutto vissute, sperimentate. Dopo la grande mostra “Doubt” esposta presso le Navate di Pirelli HangarBicocca a Milano, una nuova grande installazione dell’artista cattura l’attenzione del pubblico e questa volta lo fa nella città di Londra interagendo con un’opera già esistente. Il Queen Elizabeth Olympic Park di Stratford ospita infatti dal 2012 l’ArcelorMittal Orbit, una torre alta circa 115 metri realizzata per il 60% in acciaio rigorosamente riciclato da lavatrici e autoveicoli usati, progettata dal noto scultore Anish Kapoor e dall’ingegnere Cecil Balmond. La forma ricorda quella del dna, e al suo interno include una piattaforma di osservazione a vetrate fornita di schermi interattivi, mentre al vertice consente una stupenda vista panoramica di 360 gradi. Vi si può accedere sia attraverso l’utilizzo di un ascensore che percorrendo la lunga scalinata animata da un sottofondo musicale. Immancabili inoltre gli specchi concavi di Kapoor in cui imbattersi di tanto in tanto. La struttura, spesso associata alla Torre di Babele con tutti i significati mistici inclusi, ha un’orbita disegnata come una linea continua che sale verso l’alto per poi scendere a capofitto ruotando su se stessa. L’idea di commissionare un’opera che potesse divenire l’icona dei giochi olimpici del 2012 era nata da una conversazione tra il sindaco di Londra Boris Johnson e Lakshmi Mittal dell’omonima società siderurgica, impegnatasi a fornire buona parte del materiale necessario alla sua realizzazione. Ma come rilanciare oggi un’opera di questo tipo? Forse con un altro tocco d’arte, d’arte pubblica per la precisione, al fine di rendere il visitatore parte più integrante e soprattutto più attiva del già noto e accessibile ArcelorMittal Orbit.

Anish Kapoor, famoso per le sue creazioni enigmatiche e al limite delle possibilità ingegneristiche, ha dunque invitato un collega di tutto rispetto a completare, e in qualche modo arricchire, l’esperienza della scultura in acciaio più alta d’Inghilterra. Accettando di buon grado, Carsten Höller ha progettato lo scivolo più lungo del mondo, pensato per avvolgere la struttura esistente in maniera armonica e complementare. “ArcelorMittal Orbit – The Slide” ha una lunghezza di 178 metri percorribili in circa 40 secondi, è composto di 12 curve, con la possibilità di raggiungere fino a 24 chilometri orari di velocità in picchiata. Una proposta per i più spericolati, per gli amanti del brivido e delle emozioni forti, “The Slide” ha inaugurato il 23 giugno del 2016 attirando da subito la curiosità e l’interesse di molti, soprattutto dei più giovani. I loro video amatoriali impazzano sul web, caricati sui canali mediatici di youtube e postati sui social network a testimonianza di un’esperienza adrenalinica che ricorda molto da vicino quella delle giostre più audaci e terrificanti di tanti parchi giochi. Slittare giù per il condotto tubolare forniti di casco e videocamera, mostrando espressioni di paura, eccitazione e gioia, accompagnate da urla, risate e strilli ancora una volta si fa riflesso di ciò che oggi la società richiede: esserci fisicamente e condividere virtualmente.

Aprire le porte dell’arte a chiunque e proporla lontano, o meglio ancora fuori, dai luoghi tradizionali in cui si è soliti fruirla, è invece una delle grandi rivoluzioni epocali che la riguardano. Non solo, inserire un’opera in un contesto pubblico e fare in modo che essa esista in funzione e in virtù di uno spettatore capace di interagire non solo osservandola, ma anche toccandola, dandole movimento e vita (e, perché no, giocando con essa), è proprio il campo di ricerca in cui indagano da tempo diversi artisti, tra cui lo stesso Carsten Höller, autore di “The Slide”. Nato a Bruxelles nel 1961, Höller lavora da anni sui meccanismi sensoriali dell’uomo, sollecitando in lui reazioni insolite e inaspettate, e analizzandole successivamente secondo un approccio razionale. Formatosi come fitopatologista, con un dottorato in scienza dell’agricoltura e una specializzazione in ecologia chimica, l’artista tedesco di adozione dimostra di non aver mai abbandonato un atteggiamento scientifico non solo nei confronti della natura ma anche e soprattutto dell’arte. Il soggetto a cui rivolge i suoi lavori è sempre chiamato a rispondere a delle sollecitazioni, siano esse determinate da fasci luminosi intermittenti o ingranaggi da attivare, nel rispetto della massima libertà di azione individuale. Fondamentale infatti pare proprio essere l’azione di ogni spettatore, compresa quella di svolgere il ruolo di semplice osservatore passivo.

Come già accennato, in Italia gli spazi espositivi di Pirelli HangarBicocca di Milano hanno ospitato una delle sue più recenti mostre, intitolata “Doubt”. In quell’occasione prendere una decisione risultava indispensabile fin dall’ingresso. Due differenti vie di accesso, segnalate attraverso la biforcazione di una galleria luminosa, conducevano a due tunnel speculari completamente bui. Destinazione finale: un Luna Park al quanto anomalo, con giostre improbabili e porte di specchi girevoli. Con “The Slide” Carsten Höller non rinuncia quindi all’aspetto ludico dei suoi lavori, confermando nuovamente l’intenzione sperimentale di suscitare nell’interlocutore una reazione agli stimoli, agli inviti, a una maniera di concepire l’arte attraverso la partecipazione, il disorientamento, il gioco. Lo scivolo, oggetto di per sé popolare, entra così a pieno titolo nell’olimpo dell’arte contemporanea e lo fa integrando con una scultura già pensata per essere fruita dal maggior numero di visitatori possibile. “ArcelorMittal Orbit – The Slide”, oltre a incuriosire e divertire con una prova di coraggio, solleva ancora una volta un quesito di non facile soluzione: l’arte è davvero per tutti? E ne aggiunge infine un altro non meno complesso: ma l’arte è un gioco da ragazzi?