blu_bo_795x300-795x300

“Street art Bansky & Co.” mostra e contro-mostra a Bologna

Ha inaugurato la mostra “Bansky & Co.”, quella che ha provocato la reazione di Blu e la contro-mostra allestita a cielo aperto. Il mio articolo per HESTETIKA ONILINE

 

“Street art Bansky & Co.”, inaugurazione e contro-mostra

Testo di Laura Luppi

Ha dunque aperto le porte la mostra di street art tanto discussa organizzata presso Palazzo Pepoli di Bologna. “Street Art Bansky & Co.”, responsabile di aver scatenato la reazione di protesta dell’artista Blu con la cancellazione di tutti i suoi lavori sparsi per la città, ha infatti inaugurato il 18 marzo in un clima piuttosto teso. Eppure, nonostante le polemiche, dalla conferenza stampa di Palazzo Pepoli fanno sapere che le intenzioni sulle opere raccolte, staccate dai muri della città o arrivate insieme a quelle delle collezioni private e museali newyorkesi, sono lontane da qualunque fine speculativo. Pare infatti che il ricavato della collettiva e dei futuri eventuali prestiti delle opere sarà reinvestito proprio in street art e che, una volta conclusa, tutti i pezzi verrano destinati a un capannone di proprietà di un’associazione senza scopo di lucro, in attesa di altre eventuali sistemazioni. Resta certo però che Blu e altri street artist, trovatisi loro malgrado nella lista di quelli coinvolti, non hanno mai concesso l’autorizzazione ad inserire i loro lavori all’interno della mostra, tanto meno a farli estrapolare dalle originarie sedi. Quello del diritto d’autore è un campo delicato, di cui comunque sembra non avere timore il gruppo curatoriale dell’iniziativa, il quale si è difeso dalle tante accuse motivando l’accaduto come una vera e propria operazione di recupero e salvaguardia dei graffiti che altrimenti sarebbero andati perduti: “Non accetto critiche di alcun tipo: le opere erano private e su edifici che stavano per essere demoliti. Di fondo le abbiamo salvate… I proprietari dei luoghi hanno dato l’assenso, questo basta”, ha dichiarato Roversi Monaco (presidente di Genus Bononiae Museo della città).

Della stessa opinione non sembrano essere tutti coloro che sostengono invece la posizione di Blu e di chi, come lui, non accetta interventi da parte di strutture museali, difendendo la naturale essenza della street art sorta per essere un’arte di strada appunto, usufruibile da tutti senza l’intercessione di terzi. E di Blu in particolare i pezzi presenti in mostra sono ben 18, tra cui quello considerato simbolo dell’intera collettiva, alto circa dieci metri ed estratto insieme al cemento che lo ospita dalle ex Officine Casaralta attraverso un procedimento considerato consueto per la conservazione degli affreschi, secondo quanto sostenuto dal coordinatore dei lavori Camillo Tarozzi. D’accordo o meno con tale azione “Il gesto di Blu apre una riflessione culturale. Bologna diventa in questo momento il centro di un dibattito, non solo sulla street art ma sulla cultura pubblica e sulla fruizione della cultura stessa”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Davide Conte.

Nel frattempo, comunque, nei locali dell’ex Zincaturificio di via Stalingrado gli oppositori più attivi di “Street art Bansky & Co.” hanno dato vita a una vera e propria contro-mostra a cielo aperto – R.U.S.CO. (Recupero Urbano Strade Comuni) – dipingendo e realizzando murales di vario genere sulle pareti della struttura ormai fatiscente e prossima alla demolizione. Il progetto è stato promosso dall’associazione Serendippo e ha visto la partecipazione di moltissimi artisti italiani e internazionali. L’organizzazione ci tiene a precisare che l’ingresso, in questo caso, è rigorosamente gratuito.

Leggi l'articolo